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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Workplace Design Workshop

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Tre punto zerozero. No, non è una nuova release software, non è un nuovo firmware. Sono le cifre del mio orologio, ieri sera, ormai divenuta notte. Era da tanto tempo che non facevo design fino a quell'ora. Era da tantissimo tempo che non mi confrontavo faccia a faccia con un gruppo di lavoro fatto di persone, di carta e penna, di sguardi e voci. Niente internet, niente skype, niente email. Tutti intorno ad un tavolo a discutere di workplace design: Design for designers workshop. Condivisione e confronto, ancora una volta, regalano esperienze progettuali inaspettate. Grazie ad Andrea, Davide, Nicola, Cecilia, Marco, Elena ed Elena, grazie anche a tutti i colleghi designer, progettisti e creativi, più di centocinquanta, che hanno risposto al mio sondaggio rendendo possibile questa discussione. Arrivederci alla prossima avventura creativa! - Immagine: Grand Repos, Vitra - Il sondaggio: dedicato a gente creativa - Sondaggio Epson: Architetti Italiani e tecnologia - Uffici

Ok my friend!

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Sono giorni intensi, da molti punti vista. Sabato la strage alla scuola Morvillo Falcone, domenica il terremoto in Emilia, che ha fatto tremare anche noi del Veneto meridionale (tutti in fondo siamo meridionali e terroni, dipende dai punti di vista). Le elezioni di casa nostra, il balletto dei vincitori e dei vinti.  Le notizie dalla Grecia tutt'altro che ottimistiche e la Cancelliera tedesca che vuole l'Europa come fa comodo a lei. Sono giorni intensi anche in ufficio. Molto da fare e poco da guadagnare, come spesso succede in questi tempi di crisi. Ordini che arrivano e fornitori che non consegnano, spese impreviste, preventivi complicati da fare e rifare, dichiarazioni di conformità, il telefono che squilla solo per improbabili offerte di telemarketing, corrieri che distruggono la merce durante il trasporto... Una settimana in bilico in cui ti vien voglia di urlare... Poi leggi un messaggio nella posta in arrivo e ti scappa un sorriso. Dall'Olanda rispondono ad un

Quello che (non) ho

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Quello che non ho? Non ho fretta. Non ho tatuaggi. Non ho fratelli. Non ho sorelle. Non ho un iPhone. Non ho un iPad. Non ho coraggio. Non ho una cravatta. Non ho lacrime. Non ho un sorriso. Non ho memoria. Non ho un cane. Non ho un gatto. Non ho fede. Non ho un Dio. Non ho certezze. Non ho figli. Non ho una donna. Non ho odio. Non ho una chitarra. Non ho un giardino. Non ho una laurea. Non ho una destinazione. Non ho voglia. Non ho sentito. Non ho parole. Quello che ho? Ho pazienza. Ho cicatrici. Ho una famiglia. Ho amici. Ho un cellulare. Ho un computer. Ho paura. Ho una tuta da ginnastica. Ho commozione. Ho allegria. Ho distrazioni. Ho una bicicletta. Ho dubbi. Ho desideri. Ho una radio. Ho una televisione. Ho un terrazzo. Ho un diploma. Ho un sogno. Ho passione. Ho sentito. Ho le mie idee. - Immagine: Noun.1Unavailability project - Officine Grandi Riparazioni Torino - Quello che (non) ho, Fazio e Saviano - Quello che non ho, Fabrizio DeAndrè - Potere alla parola, Fre

Design week 2012: Di nuovo (a) Milano

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Concludo il mio reportage milanese con due luoghi che sconfinano temporalmente l'ormai lontana design week: Triennale e Driade flagship store. Il filo conduttore della mia visita è ancora una volta Fabio Novembre, curatore della mostra TDM5, in Triennale fino al febbraio 2013, e designer per Driade. Ma il vero filo conduttore è il gioco, con i colori dell'allestimento TDM5 e con la filosofia della nuova seduta 36h/56h. TDM5 mette in mostra la storia della grafica italiana, tra riviste, copertine di libri, insegne, pubblicità, sigle tv, packaging, coorporate identity e molto altro ancora.Un viaggio nel passato che non è solo accademico e nostalgico, ma profondamente ispirato. Da non perdere. Per vivere lo spettacolo della showroom milanese Driade di via Manzoni a Milano invece non ci sono scadenze. Godetevi antico e moderno che si compenetrano, godetevi i colori, guardate in alto, sognate, e lasciatevi andare alle emozioni. - Immagine: 36h/56h disegnata da Fabio Novembre -

Milano Design week 2012: Nendo, Back2Black

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Passata l'ubriacatura da Milano Design Week, sedimentata la valanga di informazioni e immagini provenienti dal Salone e dal Fuorisalone, è arrivato il momento di ragionare a mente fredda su quanto di concreto questa bufera creativa e markettara ci ha lasciato. Nella mia mente risiede un solo nome: Nendo. Oki Sato, aka Nendo, è il protagonista indiscusso della settimana del design milanese duemiladodici. Conquista con la sua semplicità non banale, con la purezza dei bianchi e con la raffinatezza dei neri. Oki Sato, trentacinquenne design star giapponese, canadese di nascita, di formazione milanese, è l'emblema del designer glocale. Lontano dall'inconsistenza del design artistoide di firma, Nendo si sporca le mani, eccome, e alle platee gaudenti preferisce il lavoro. Macrocosmo e microcosmo, luogo e non luogo, poesia e sostanza, mente e braccia. E' il design che mi piace. - Immagine: Nendo

Politica: Italia ed Europa

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C'è chi spara a zero sulla politica, chi spara a zero sull'antipolitica. C'è chi spara cazzate, c'è chi spara davvero e c'è chi si spara davvero... di nuovo guelfi e ghibellini, inquisizione e streghe, guardie e ladri, scapoli e ammogliati? Di nuovo destra, sinistra, centro? Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra, cos'è il centro? La destra è impantanata nel populismo, nel velinismo e nel nepotismo, la sinistra incatenata ad un immobilismo oligarchico e il terzo polo, inconsistente nuvola di moderatismo, si scioglie... (ve l'avevo detto di metterlo in freezer). E poi c'è l'Europa che viene e che va, gli europei che si sentono popolo e non capiscono lo spread, le banche che si sentono potenti e non capiscono il presente, figuriamoci il futuro, i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Le parole d'ordine sembrano essere inquietudine, solitudine, incertezza, paura, aggressività. Mors tua vita mea? Nel secolo scorso tutto que

Salone del Mobile 2012: i Sal(m)oni

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Sono passati 10 giorni dalla chiusura di Milano Design Week. L'eco si fa ancora sentire, ma andiamo scemando progressivamente. La pigrizia mi ha spinto da qualche anno a gestire la settimana del design milanese dedicando ad anni alterni la mia attenzione al Salone e al Fuorisalone. Quest'anno mi sono concentrato sul Fuorisalone, o meglio su Tortona, Brera, ecc. Riguardo il Salone, dalle notizie provenienti da colleghi e amici, dalle informazioni a cui ho attinto sul web e sull'editoria specializzata, dalla mia esperienza diretta dello scorso anno, a quanto pare non mi sono perso un gran che. La Fiera resta uguale a se stessa, stenta a cambiare formula e proposte, e con lei gli espositori, attanagliati dalla paura di un futuro incerto. Qualche novità nei materiali, nei colori, nelle finiture... normale amministrazione. Più che di Saloni ci sarebbe bisogno di salmoni. Qualcuno che abbia il coraggio di risalire la corrente per depositare il frutto del suo seme creativo. Al