MAXXI: Arte contemporanea a Roma
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Roma, un weekend estivo, caldo e soleggiato. Tarda mattinata, la città è tranquilla, i romani si sono tutti trasferiti al mare di primo mattino. L'entrata del MAXXI si mostra timida nel contesto cittadino, l'architettura di Zaha Hadid è quasi invisibile passando accanto alle cancellate in rete d'acciaio. Il piazzale interno è vuoto, passeggio costeggiando l'edificio in vetro, cemento e metallo, mi faccio distrarre alzando la testa e seguendo i volumi architettonici intrecciarsi con un andamento geometricamente voluttuoso. Proseguo a camminare con gli occhi all'insù rischiando di sbattere il naso addosso ad un colonnato e perdendo inesorabilmente le indicazioni per raggiungere l'entrata del museo. Le indicazioni, a dire il vero, sono poco intuitive, ma dopo aver provato a tirare e spingere una moltitudine di porte a vetri, come fosse un comunissimo ufficio postale di periferia, alla fine trovo l'agognato pertugio e posso finalmente entrare nel Museo Nazio