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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

Salone Ufficio 2013: Il progetto Ufficio da abitare di Jean Nouvel

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Il Salone Ufficio 2013 accelera il passo rispetto alla passata edizione anche e soprattutto grazie alla decisione di presentare il progetto "Ufficio da abitare" come collettore culturale di idee ed epicentro di attenzione per media e visitatori. Il progetto, curato da Jean Nouvel ma che ha coinvolto altri importanti nomi del design, ha il merito di guidare le aziende espositrici suggerendo un linguaggio comune e una cifra stilistica. L'allestimento ha un forte impatto emozionale, si erge tra gli stand con un volume monolitico di kubrickiana memoria e si sviluppa all'interno con un percorso labirintico dall'atmosfera forse eccessivamente tetra e teatrale. Il tema principale del progetto sono i nuovi luoghi dedicati all'ufficio e le interpretazioni dello spazio... Vengono proposti layout operativi ricavati da spazi architettonici non specifici, quali lo spazio residenziale in un palazzo antico nel centro città, la stanza studio di un appartamento, il recupero

Salone Ufficio 2013: Rigoroso informale

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Il Salone Ufficio, appuntamento biennale all'interno del Salone del Mobile, si presenta nel 2013 dopo una edizione 2011 davvero deludente. Il concept "Ufficio Fabbrica Creativa" era stato completamente ignorato dalle aziende, che avevano riproposto le solite cose già viste, senza alcuna visione strategica. L'edizione 2013 ha proposto il concept "Ufficio da abitare" e le aziende questa volta hanno fatto qualche sforzo in più, grazie anche anche all'intelligente e interessante traino dell'allestimento curato da Jean Nouvel. Il mondo dell'arredo ufficio diventa progressivamente sempre più domestico e informale, pur mantenendo ancora forti legami con il rigore tipico di un ambiente professionale... Le aziende propongono numerose soluzioni di meeting informale, zone relax e aree dedicate alla privacy, con arredi spesso ereditati dal settore casa, mentre nelle tradizionali postazioni operative singole o aggregate le proposte sono in particolare lega

Salone Satellite 2013: Poesia e sperimentazione

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Nonostante si debba attraversare tutto il quartiere fieristico di Rho per arrivarci, il Salone Satellite è senza dubbio la parte più viva e frizzante del Salone del Mobile. Visitare il Salone senza fare almeno una rapida passeggiata tra i box dei giovani designer provenienti da tutto il mondo è davvero un delitto. Non tutto è interessante, spesso si vedono oggetti d'arte piuttosto che di design, ma l'aria che si respira è positiva, propositiva, poetica, emozionale. Del resto le stesse aziende hanno da tempo adottato il sistema dell'oggetto artistico di pseudodesign, firmato da nomi importanti o emergenti della creatività, per attirare l'interesse dei media e per rimpinzare cataloghi prodotto un po' stagnanti di novità strutturali... Non si possono quindi colpevolizzare i giovani designer se nelle loro creazioni strizzano l'occhio più all'impatto museale che all'industrializzazione. Qualche bella idea c'è, soprattutto c'è voglia di fare, di met

Salone del Mobile 2013: tra museale e contract

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Scendo dalla Metro, salgo le scale, mostro il mio barcode stropicciato all'ingresso e mi infilo subito tra i padiglioni della Fiera senza una meta precisa, per vedere l'effetto che fa. Con lo sguardo ormai assuefatto da anni di fiere e showroom di arredamento, trovare qualcosa di davvero innovativo tra i corridoi del Salone del Mobile è davvero complicato, forse perché in fondo quel qualcosa non c'è. Ma non è necessario essere innovativi sempre e comunque, spesso la coerenza è più importante dell'innovazione fatta a tutti i costi, fatta male. Molti segnali di coerenza ci sono, fortunatamente. Coerenza tra prodotto, brand, comunicazione e allestimento. Coerenza degli stand con il momento difficile del'economia e della società, con allestimenti ampi, raffinati, ma non eccessivi... Si lascia spazio al sogno, non alle illusioni. Ovviamente non è sempre così, con alcune proposte banali, arroganti, che talvolta sfiorano persino il cattivo gusto, trasformando in certi c

Milano Design Week 2013

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- Salone del Mobile 2013 - Salone Satellite 2013 - Salone Ufficio 2013 - Ufficio da abitare 2013 - Resoconto Salone Ufficio 2013 - Fuorisalone 2013: Nichetto = Nendo - Fuorisalone 2013: Appartamento Lago - Fuorisalone 2013: Università degli Studi - Fuorisalone 2013: Ventura Lambrate

Storia del Design: Il Movimento Moderno

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Agli inizi del 900, in particolare tra le due guerre mondiali, nasce e si impone un nuovo modo di progettare l'architettura: il Movimento Moderno . Questo spirito di rinnovamento influenzerà anche la produzione degli oggetti e quindi il design. Questo movimento è caratterizzato da una grande ricerca sulla funzionalità degli spazi, dei volumi, degli oggetti. Si utilizzano materiali più moderni e si sperimentano tecnologie applicate, ad esempio con i primi elmentari sistemi di domotica. Villa Tugendhat a Brno, progettata da Ludwig Mies Van Der Rohe , è tra i progetti architettonici e di interior design che più di altri esprimono i valori del Movimento Moderno. Dalla razionalità del segno architettonico fino ai dettagli degli arredi, dalla scelta dei materiali alla scelta dei colori, tutto è progettato nel minimo particolare per essere una perfetta unione tra estetica e funzione.  Ho visitato Villa Tugendhat nel 2012 subito dopo il restauro, per trovare ispirazione e

Milano, Parigi, Londra.

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Rientro oggi a Padova dopo dieci giorni passati a Milano, Parigi e Londra. Un viaggio breve ma intenso, che mi ha permesso di mettere a confronto città, luoghi, profumi, odori, colori. Un viaggio nel design, nell'architettura, nell'arte, tra le persone e i luoghi che abitano. Un viaggio fatto di allestimenti affascinanti e desolati uffici in affitto, di grattacieli scintillanti e magazzini polverosi, di auto di lusso e biciclette scassate. Un viaggio che mi ha regalato nuove idee, nuovi stimoli, nuove collaborazioni, nuovi amici... Lasciatemi qualche giorno per riordinare le idee e vi racconterò Milano, il Salone del Mobile e il Fuorisalone, Parigi, il Pompidou ed Eileen Gray, il Politecnico di Ville d'Avray e il workshop sul Brand Design, Londra, le sue contraddizioni e la sua architettura. Vi racconterò il design, vi racconterò lo spettacolo e il dietro le quinte. - Immagine: Ventura at Work, Milano Design Week. - Reportage fotografico del viaggio Parigi Londra

Come sopravvivere alla Milano Design Week

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Inizia la Milano Design Week. Come orientarsi? Cosa vado a vedere? Cosa c'è di imperdibile? Quale sarà l'evento più cool della settimana milanese? Quale stand in fiera avrà il gadget must have dell'anno? Non lo so, e probabilmente si potrà rispondere a queste domande solamente lunedì, a posteriori. Io mi limito a darvi dei consigli da navigato (ma eterodosso)  frequentatore della Milano design week... Dovete farvi una sola domanda prima di organizzare il vostro viaggio a Milano: Party or Business? Mi diverto o lavoro? Si ok, se avete tutta la settimana a disposizione e qualcuno che vi ospita a Milano, oppure siete tra i fortunati in missione cool-hunting spesata dall'azienda, beati voi, potete fare entrambe le cose, ma se siete un comune mortale, e magari avete pure un lavoro normale, se come me avete a disposizione al massimo due o tre giorni, vi consiglio di concentrare le energie su una sola delle due cose, e magari alternarle: un anno mi diverto, un anno lavoro.

Le origini del Design

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Per capire cos'è il "vero" design, è importante conoscere i momenti principali, le aziende e i personaggi che ne hanno condizionato la storia. Tra le esperienze più significative delle origini, la più importante è senza dubbio quella di Peter Behrens per AEG . A partire dal 1907 l'Architetto tedesco studia e progetta l'immagine coordinata della fabbrica di elettrodomestici AEG. Per la prima volta nella storia un'azienda di prodotti industriali e un professionista architetto immaginano e realizzano un progetto per coordinare le attività manifatturiere con con quelle commerciali, declinando la filosofia aziendale sia nei prodotti che nell'immagine dell'azienda. E' una scelta rivoluzionaria. Realizzare un bel prodotto non basta. Saper commercializzare bene un prodotto non basta. Saper comunicare bene al mercato non basta. E' necessario coordinare queste attività in un unico progetto di corporate identity . Non importa quanto gra