Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2012

Arredare con l'OSB: c'era una volta il pallet

Immagine
C'era una volta il pallet (e resiste ancora). Negli ultimi anni i pallet sono stati utilizzati per arredare loft, atelier, shoroom e soprattutto stand fieristici. Non sempre i risultati sono stati eccellenti ma senza dubbio il pallet ha aperto le porte ad un approccio più informale nell'allestimento di alcuni luoghi considerati quasi sacri nel ventesimo secolo. Il regno del pallet sembra però in rapido e ineluttabile declino, rapidamente sostituito dal pannello OSB. L'oriented strand board, traducibile più o meno con  pannello di scaglie orientate, è sempre più il protagonista di interior design di varia natura, principalmente nelle tipologie di location già contaminate dal pallet: loft, atelier, shoroom e stand fieristici, come detto precedentemente... Ai giovani architetti piace l'OSB e l'ultima Biennale di Architettura di Venezia ne è stata la prova indiscussa, considerata la sua massiccia presenza in molti allestimenti. Avevo già apprezzato questo materiale in

Generazione X

Immagine
I nodi stanno venendo al pettine. La mia generazione, la famosa (o famigerata?) "generazione x" inizia a scontrarsi per i posti che contano. Politica, economia, finanza, arte, musica, design... inizia ad esser visibile il fermento. Negli anni che ci avvicinano al 2020 ci giochiamo tutto, tutti, nel bel mezzo di una crisi epocale. Apatici, superficiali, un po' ignoranti, sicuramente narcisisti, talvolta arroganti, spesso permalosi, noi della generazione x siamo cresciuti con le musicassette e abbiamo inventato gli mp3, abbiamo visto la tv in bianco e nero e abbiamo inventato gli smartphone, abbiamo riempito le università come fuori corso e abbiamo seminato il virus dell'open source, ci siamo fatti stirare le camicie dalla mamma e abbiamo reso possibile l'e-commerce... Della mia generazione in politica si parla molto in questi giorni, con personaggi come Renzi, Meloni e con i giovani attivisti del movimento 5 stelle nelle prime pagine dei giornali. Si parla poco

Fluida quotidiana incertezza

Immagine
Questi ultimi mesi di duemiladodici se ne stanno andando velocemente. Settembre e il rientro dalle ferie estive sono un lontano ricordo per gli occhi e per la pelle, che del sole hanno malinconia, ma non per la mente. L'incertezza profonda che pervade questo tempo rende tutto più fluido e imminente. Il passato si annebbia nei ricordi, il presente si scioglie tra oggi e domani, il dopodomani non esiste. C'è meno frenesia, più tempo per fare le cose, non tanto per farle meglio, ma per viverle più profondamente. Ci ricordiamo di avere una coscienza, forse, e delle necessità altre di cui avevamo scordato l'esistenza. Al netto della paura nel dopodomani, è un bel tempo in cui vivere... Ho visto accadimenti rincorrersi in molti modi, nella vita: lungo una linea, centrifugati in un cerchio, strapazzati in una fisarmonica. Siamo in un tempo in cui vige una fluida quotidiana incertezza, in cui poter essere, talvolta, noi stessi. - Immagine: Silvia Pelissero a.cecile

Quando il design è autoprodotto: operae

Immagine
Torino, cavallerizza reale, dal giorno 9 al giorno 11 di novembre si è svolta operae, una mostra-mercato di design e artigianato autoprodotto. La location è suggestiva, nel suo piccolo in qualche modo mi ricorda le sensazioni e gli odori dell'Arsenale di Venezia, forse perché piove e l'umidità ti entra nelle ossa. Quattro zone espositive, anguste ma ben allestite. Interessante la selezione degli espositori. C'è qualche banalità, qualche eccesso, in generale ottima qualità valoriale e di prodotto. I materiali utilizzati sono i più disparati: dal legno al metallo, dal tessuto alla carta... Preponderante la presenza di mobili, complementi d'arredo e complementi per la casa, tra i quali spiccano il calore minimalista degli sgabelli Affi di internoitaliano by Giulio Iacchetti, la presenza scenica delle sedute Rada di sedesigner by Stefano Esposito e la dolcezza delle lampade Nordic Lamp di Federica Bubani. Ci sono anche eccezioni al dominio dell'arredo, la più interes

Torino Design Domani

Immagine
Sabato mattina, Centro Congressi Torino Icontra. L'Associazione Torino Design Week organizza il convegno "Torino Design Domani". Al welcome desk un porta badge d'eccezione, la mia "Molly" selezionata come gadget ufficiale dell'evento, sapientemente reinterpretata da Paolo Maccarrone, anima dell'incontro e Presidente dell'Associazione. Il tema della discussione è semplice quanto complesso: raccogliere l'eredità di Torino World Design Capital 2008 e mettere assieme istituzioni, università e imprese per dare una prospettiva alla cultura del progetto nella città sabauda. Il tema è prettamente locale ma gli interlocutori invitati alla discussione promettono un interesse generale d'ampio respiro. Promessa largamente mantenuta... Dopo i saluti e le presentazioni si parte subito con materiale di discussione di qualità. Francesco Mazzarella (Studente Politecnico di Torino) presenta esempi di "Design Centre" internazionali, selezionat

Common Ground: quattro passi in Biennale

Immagine
E' una domenica di pioggia, la scorsa, a Venezia. Da un lato pioggia a Venezia è sinonimo di disagi, dall'altro garanzia di maggiore tranquillità. Venezia con la pioggia è bella, silenziosa, fresca. E con lei la Biennale. Architettura, Common Ground, il terreno comune. Condivisione e contaminazione: queste parole sono sempre più presenti in tutti i contesti culturali ai quali mi approccio in questo periodo, buon segno. David Chipperfield, curatore della mostra, ne sottolinea l'importanza. L'allestimento complessivamente è interessante, a tratti affascinante, a tratti difficile da approfondire... Grazie all'uso di molti modelli, molti riferimenti materici, molta concettualità, molta tecnologia, molte immagini, si respira architettura e sperimentazione senza doversi soffermare di progetto in progetto. Troppo invadente invece l'uso del materiale video, i contenuti sono poco intuitivi e impossibili da approfondire, a meno che non si abbia a disposizione almeno un

Workplace design trends: non guardarmi non ti sento

Immagine
Si è da poco conclusa la fiera dell'arredo ufficio e del workplace design Orgatec di Colonia. Analizzando i reportage fotografici nella rete e sfogliando le riviste specializzate ho notato una particolare attenzione alle paretine divisorie e a tutti i sistemi che aiutano una separazione semplice e dinamica degli spazi. L'ufficio diventa sempre più un luogo fluido e informale, le classiche pareti divisorie e pareti attrezzate sono monoliti che non rispondono più a tutte le esigenze di separazione e partizione dei moderni spazi operativi, lasciando spazio ad alternative più dinamiche, più performanti, meno formali. L'acustica è sempre più un tema caldo del workplace design... Dopo anni di openspace, postazioni bench, telefonate di colleghi che si infilano una nelle orecchie dell'altro, dopo un'orgia collettiva in cui non c'era più spazio per la privacy dell'individuo, lo spazio operativo si evolve e le aziende produttrici raccolgono la sfida proponendo solu