Torino Design Domani


Sabato mattina, Centro Congressi Torino Icontra. L'Associazione Torino Design Week organizza il convegno "Torino Design Domani". Al welcome desk un porta badge d'eccezione, la mia "Molly" selezionata come gadget ufficiale dell'evento, sapientemente reinterpretata da Paolo Maccarrone, anima dell'incontro e Presidente dell'Associazione. Il tema della discussione è semplice quanto complesso: raccogliere l'eredità di Torino World Design Capital 2008 e mettere assieme istituzioni, università e imprese per dare una prospettiva alla cultura del progetto nella città sabauda. Il tema è prettamente locale ma gli interlocutori invitati alla discussione promettono un interesse generale d'ampio respiro. Promessa largamente mantenuta... Dopo i saluti e le presentazioni si parte subito con materiale di discussione di qualità. Francesco Mazzarella (Studente Politecnico di Torino) presenta esempi di "Design Centre" internazionali, selezionati per diversità di approccio, competenze, strumenti, progetti. Una panoramica interessante, adeguatamente approfondita pur nella giusta dinamicità di presentazione che un convego richiede. Joan Vinyets (A piece of pie Barcellona) presenta una riflessione etnografica dell'approccio al progetto, delinea le opportunità e le insidie che la crisi ci offre, pone l'attenzione sul rischio del "copia-incolla" rispetto agli approcci al design che ci circondano, analizza il fenomeno del mercato globale e glocale. Infine pone l'attenzione sulle difficoltà di rapporto tra le diverse anime che formano la società di mercato e sulla necessità di nuovi atteggiamenti di dialogo tra questi attori. Un cambio di "mindset" assolutamente necessario sia come atteggiamento personale che collettivo, ponendo l'attenzione prima di tutto agli obiettivi che si vogliono raggiungere e solo in un secondo tempo lasciando libero sfogo alla creatività, considerato il fatto che mille idee senza un obiettivo restano troppo spesso materiale sterile ed erergie sprecate. Giorgio Casoni (Spinninvest) fa il punto sul significato pratico della  (spesso abusata) parola "startup", descrivendo nel dettaglio i presupposti e i processi necessari per mettere in pratica progetti incubatori o acceleratori di idee. L'intervento di Flaviano Celaschi (Politecnico di Milano) ci regala uno sguardo poetico e creativo al tema della conferenza, ipotizzando nuovi modi di mettere in relazione gli attori principali (impresa, consumatore, università) attraverso un esperimento di accessibilità radicale, nel quale condivisione e contaminazione vengono portati all'estremo, compenetrando la natura, le competenze e le finalità dei partecipanti al progetto, con l'obiettivo di raggiungere un livello di sharing totale, creando un archivio inedito di esperienze, processi, relazioni. La discussione conclusiva vede partecipare i rappresentanti delle principali realtà istituzionali, imprenditoriali e didattiche del territorio, oltre al presidente ADI Luisa Bocchietto. Nonostante il tema fosse strettamente locale, la vivacità (soprattutto del Prof.Bistagnino del Politecnico di Torino) e l'autorevolezza dei partecipanti ha reso il confronto interessante e ricco di spunti anche per chi, come me, vive in un contesto come quello del Nord-est, diverso (in realtà non troppo) da quello torinese. In conclusione questo incontro ha lasciato molti spunti di lavoro, molti scenari possibili, ma c'è una parola che forse più di altre viene spontaneo rievocare: bauhaus. 



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