MUSE: Curioso di Natura


Trento
La montagna è bella, è interessante, ed è giovane. La proposta culturale è molto ampia e recentemente ha acquisito un nuovo protagonista, il MUSE, Museo delle Scienze di Trento. Il Muse è parte integrante di un progetto più ampio di riqualificazione dell'ex area Michelin nella periferia di Trento. Il progetto Le Albere è di Renzo Piano e comprende non solo il Museo, ma anche un quartiere residenziale completo di aree commerciali, uffici, auditorium, hotel. A fine agosto mi sono precipitato a visitarlo, dato che sono curioso di natura. Dal punto di vista architettonico il quartiere Le Albere mi è piaciuto molto, è sobrio e fresco, curato nei dettagli, ricco di verde e di materiali di costruzione di qualità, un mix di tecnologia, tradizione e natura che è perfettamente in linea con gli affascinanti contrasti urbanistici della zona, caratterizzata dalla modernità del Muse, dalla tradizione del vecchio Palazzo delle Albere, dal verdeggiante panorama montuoso in cui è inserito. Il giudizio resta però sospeso, il quartiere è ancora vuoto e necessita di essere "vissuto" per un analisi più approfondita. L'architettura del Muse è molto efficace, tagliente, aguzza e leggera, ben inserita nel contesto. Il Museo è estremamente vicino al quartiere residenziale, quando questo sarà vivo e abitato forse ci sarà qualche problema di convivenza? Lo vedremo. Non ci sono dubbi invece sul vicino stadio, troppo brutto e troppo fuori contesto per essere vero. La vicinanza all'antico Palazzo delle Albere invece è molto affascinante e ben riuscita, crea un contrasto marcato ma interessante, un dialogo architettonico tra passato, presente e futuro. Il palazzo del Muse è come una scheggia di ghiaccio e roccia che si staglia dal terreno, aggressiva ma non invadente, grazie anche alle dimensioni contenute del volume architettonico. Il concept espositivo del Muse è legato alla multimedialità e allo stimolo della curiosità, temi molto attuali e propositivi, che al Muse son ben sviluppati. Lo slogan "curioso di natura" è senza dubbio azzeccato, visitare il Muse infatti non significa imbattersi in una didattica logorroica o in una santificazione della scienza e della natura, al contrario l'esperienza è quella di una passeggiata creativa, di interazione reale con il museo. Interessante l'approfondimento sulla montagna, valorizzata grazie al rapporto dialettico tra natura e scienza. Resta qualche piccolo dubbio sull'approccio informativo e comunicativo con i visitatori. Tutto è molto multimediale e aperto, si interagisce con esperimenti di fisica, si usano i touch screen, i bambini impazziscono di felicità nel poter toccare ovunque in libertà, quindi verrebbe spontaneo interagire anche con gli animali  e gli oggetti esposti, ma non è sempre così. L'altoparlante che invita frequentemente a non toccare gli animali fa pensare che la progettazione espositiva può essere implementata, per rendere la fruizione del museo più istintiva, soprattutto per i bambini, veri protagonisti del Muse. Una menzione speciale va senza dubbio alla serra, semplicemente SPETTACOLARE, emozionante, imperdibile. Peccato che anche in questo caso ci sia qualcosa da registrare nel rapporto col visitatore. La serra, anche se ben illustrata nella piantina del museo, è pessimamente segnalata, entrarci sembra quasi vietato, con una situazione più intimidatoria che accogliente, ed è un vero peccato, perché fatto un passo al suo interno ci si sente avvolti in un atmosfera indimenticabile! Il Muse è aperto da poche settimane e deve sicuramente registrare qualche meccanismo, ma sono piccoli dettagli. Il Muse è prima di tutto un esempio ammirevole di approccio propositivo alla cultura, è un luogo sensazionale di curiosità e immaginazione. In particolare a far ben sperare sono gli occhi e i sorrisi dei bambini, che certificano la buona riuscita di questo progetto museale. La montagna è futuro, la montagna è bambina.


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