ADI e il futuro del design in Italia

design è milano ex ansaldo 2014
Molti conoscono il premio Compasso d'oro, qualcuno conosce l'ADI, acronimo di Associazione per il Disegno Industriale, pochi sanno che il 2014 è un anno decisivo per il design italiano. Semplificando, il Compasso d'oro è l'oscar del design italiano, l'ADI, che gestisce il Compasso d'oro, è l'associazione che riunisce chi fa design in Italia, professionisti, aziende, scuole e istituzioni. ADI si regge sul volontariato, professionisti del design che mettono a disposizione il loro tempo e le loro energie per promuovere il design italiano sia in Italia che nel mondo. La buona volontà in chi ha gestito ADI in questi decenni non è mai mancata, ma i risultati, a parte qualche bella mostra e qualche seminario interessante, non sono mai stati particolarmente brillanti, anche, forse soprattutto, a causa della maggior parte dei designer italiani che hanno dedicato tutte le energie a loro stessi e nessuna al sistema design italiano.  Per molti anni il design italiano si è venduto da solo, si è comunicato da solo, illuminava il mondo di luce propria, e ADI poteva accontentarsi di fare il suo buon compitino, senza infamia e senza lode. I tempi sono cambiati, drasticamente, e ADI ha dovuto rincorrere un mondo che viaggiava alla velocità della rete, mentre era abituata a passeggiare con foulard al collo, occhiali da sole con montatura di coccodrillo e andature da fiat 500 di Dante Giacosa. In questi ultimi mesi, dopo decenni di apatia, ha accelerato il lavoro istituzionale per vedere riconosciuta la figura professionale del designer (eh si, in Italia quello del Designer è un lavoro senza alcuna identità), ha messo in moto i meccanismi istituzionali per avere una sede degna di rappresentare il design italiano e lo spazio per mettere in mostra le eccellenze della storia del nostro design, attraverso il museo del Compasso d'oro (eh si, esiste in Italia il museo del cavatappi, il museo del rubinetto, il museo dell'ombrello, ma non esiste una mostra permanente del Compasso d'oro...). Nel 2015, almeno si spera, Milano sarà al centro dell'attenzione mondiale grazie all'EXPO, e il design italiano non può trovarsi impreparato. Negli ultimi mesi qualcosa si è mosso, a mio giudizio colpevolmente in ritardo, costretti a rincorrere gli eventi frettolosamente. Sono socio ADI dal 2010, se dovessi contare gli amici e i colleghi designer a me più vicini iscritti ad ADI mi basterebbero abbondantemente le dita di una mano. E' un problema di rappresentanza ed efficacia di ADI ed è un problema di noi professionisti che ce ne siamo fregati un po' troppo in passato di fare sistema. Poi è arrivata la crisi, altri paesi si sono mossi meglio di noi, e non si può più vivere di rendita. ADI eleggerà il nuovo Presidente e il nuovo direttivo il 22 maggio prossimo a Milano. Sarà una data decisiva per l'Associazione, che nei prossimi mesi ha una sfida epocale da affrontare: sgretolarsi di fronte al mondo che viaggia più rapidamente di lei, e diventare una bocciofila, o attuare una rivoluzione talmente esplosiva da trasformare ADI in stella polare del design non solo italiano, ma europeo e mondiale. Non ci sono mezze misure possibili, c'è la lenta abulica disfatta o la dirompente rinascita. A sfidarsi per la guida di ADI due liste con caratteristiche differenti, la lista di Galimberti/Talocci e la lista Novembre/Bellini. Da Galimberti/Talocci la continuità col passato, con molta competenza istituzionale e burocratica, molto impegno profuso nel passato, qualche idea di rinnovamento, ma poca, forse nessuna visione decisiva per il futuro del design italiano. Da Novembre/Bellini molta energia, una visione finalmente innovativa del concetto di ADI e di design italiano, ma qualche confusione sui tecnicismi che l'Associazione in questa fase delicata comunque richiede. Forse per il design italiano la soluzione è un mix tra tutte queste competenze, una sintesi del meglio che ognuno di loro può dare, senza mai dimenticare che se vogliamo un design italiano migliore, dobbiamo impegnarci tutti, davvero tutti, in prima persona.

- Immagine: design è, il Compasso d'oro in mostra a Milano durante la design week
- Professione designer: il dubbio

Commenti

Post popolari in questo blog

Virus 6.1.0.

Design, creatività, saggezza: Miti(li)

Benessere in ufficio: acustica