Cultura e innovazione: Musei asociali

biennale
Vi siete mai chiesti per quale motivo non si possono fare foto in moltissimi musei? Io me lo chiedo tutte le volte e ogni volta non riesco a trovare un motivo valido che giustifichi questa antipatica asociale abitudine. Non sono un esperto di conservazione museale ma mi è capitato, per lavoro, di collaborare alla realizzazione di allestimenti espositivi e anche alla realizzazione di laboratori di restauro. Le opere più delicate vengono debitamente isolate con vetri, pannelli o teche protettive che isolano o proteggono da umidità, raggi UV, polvere e altri agenti potenzialmente pericolosi. Se un opera è appesa senza alcuna particolare protezione è perché quell'opera, come dire, se lo può permettere. Di sicuro una foto fatta con un cellulare non danneggia nulla,  più che altro danneggia (così dicono...) qualche diritto di copyright e le tasche dei bookshop e artshop museali. Riassumendo, i musei ci impediscono di portare a casa un ricordo e molto spesso ci impediscono di fare per loro pubblicità e recensioni gratuite in mondovisione (quanti di noi non vedono lora di pubblicare sui social network l'esperienza e l'emozione di un museo? tantissimi...) per poter vendere i diritti di qualche foto ad un giornale o per poterti rifilare una cartolina e una spilla alla fine della visita al museo (perché diciamocelo, il catalogo della mostra costa un occhio della testa, mica tutti se lo possono permettere, e comunque chi lo vuole comprare mica ci ripensa per il fatto di aver appena fatto quattro foto con l'iPhone...). Altra scusa è quella della gestione logistica degli spazi. Dare opportunità a tutti di fotografare potrebbe creare confusione, mettendo a rischio la fruibilità dello spazio museale, se non addirittura l'incolumità dei visitatori e delle opere. Non metto in dubbio che in qualche modo questo sia possibile, ma in questo caso io sostituirei il cartello "no photo" con il cartello "no rudeness". Cacciate pure fuori a calci nel sedere i maleducati, ma lasciatemi fare queste quattro foto in santa pace. Queste foto non sono solo un ricordo fine a se stesso, sono pezzi di emozione, sono piccole righe di un diario personale, sono piccoli messaggi in bottiglia che aiutano a comunicare. Io adoro la Biennale di Venezia proprio per il senso libertà che si respira al suo interno, con la possibilità spesso di interagire con le opere e le installazioni, oltre che fotografarle. E' bellissimo vedere online le foto della gente che è stata prima di te alla Biennale, ti fa venire voglia di andarci prima possibile. Mi piace riguardare le mie foto e mostrarle agli amici per rivivere certi momenti e certe atmosfere particolari. Tutto questo è semplicemente potenziale marketing mondiale a costo zero. Il bookshop veneziano forse vende qualche centinaio di cartoline in meno di un qualsiasi altro museo, ma la biglietteria incassa euro sonanti grazie al passaparola e allo stimolo delle immagini diffuse in rete. Non molto tempo fa ho visto per la prima volta a Firenze il David di Michelangelo alle Gallerie dell'Accademia. Quando si svolta l'angolo e ci si inserisce nel lungo corridoio che apre la vista al David, viene a mancare il respiro per l'emozione. E' una sensazione unica, indescrivibile. A rovinare questa atmosfera speciale ci pensano gli addetti museali che con una cadenza da annuncio ferroviario gracchiano "no fotooooo... no fotoooooo.... no fotoooo.....". Poveri cristi, eseguono ordini e fanno il loro lavoro, senza nemmeno crederci troppo. Si parla molto in politica di #opendata, io che ho la fissa della cultura come principale volano per l'economia e principale strumento per costruire una società migliore, vorrei che si parlasse pure di #openmuseums. Non mi dilungo su un tema spinoso come quello degli orari di apertura dei musei e sui prezzi dei biglietti, dico solo che se per avere un economia trainata dalla cultura e una società più consapevole del suo valore il prezzo da pagare è qualche selfie con il David, beh, ditemi subito dove devo firmare...

- Immagine: Reportage fotografico dalla Biennale Architettura 2012
- Reportage fotografico Biennale Architettura 2010
- Reportage fotografico Biennale Arte 2013
- Reportage fotografico Biennale Arte 2009



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