Arte: Da Pollock a Basquiat, passando per Andy Warhol e Peggy Guggenheim.

Firenze. Ho lasciato da poco Palazzo Pitti e le sensazioni delicate del tourbillon di Masaaki Miyasako. Palazzo Vecchio ospita una più intesa mostra su Jackson Pollock e la furia del segno artistico. La mostra a Palazzo Vecchio è tutt'altro che furiosa, direi anzi sonnolenta. Le opere sono poche ma interessanti, l'allestimento povero, quasi noioso. Gli unici scatti d'adrenalina sono quelli provocati dai tentativi di fotografare senza farsi beccare dai custodi, fastidiosamente solerti al loro incarico da inquisitori. Per fortuna a completare la mostra c'è l'installazione a San Firenze, che permette di immergersi fino in fondo, anima e corpo, nella forza furiosa del gesto artistico di Pollock. E' la fine di giugno, e lascio sedimentare questa esperienza nella mia mente. Mi piace partire dall'emozione pura e istintiva di un'esperienza. Quando visito una mostra, un luogo, quando guardo un film, leggo un libro, quando faccio un progetto, quando sperimento con la fotografia, mi lascio sempre andare alla sorpresa dell'istinto. Non mi piace sapere troppo di quello che andrò a vedere, di quello che andrò a disegnare o fotografare. La ricerca viene poi, successiva, stimolata dall'emozione istintiva di quel momento unico di meraviglia. Così è stato anche per la mostra su Pollock, che mi ha ricordato un piccolo libriccino acquistato su Amazon in offerta a meno di 3 euro qualche mese prima: New York, da Pollock a Basquiat. In questo percorso, tra Pollock e Basquiat, si incontra anche Andy Warhol. Questo percorso è una buona scusa per rivedere il film Pollock di Ed Harris ed è l'occasione per scoprire un film tragicamente intenso come Factory Girl. E' l'occasione anche per togliere un po' di polvere dalle pesanti pagine del mio Warhol Giant, alla ricerca di conferme sul fascino irresistibile di Edie Sedgwick. E per finire, a spasso per Venezia, ti viene voglia di tornare a casa di Peggy, per respirare con gli occhi un luogo vicino, conosciuto, rassicurante, che possa regalare l'illusione di poter attingere ad un po' di quella furia creativa.

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