Marketing: l'Italia, l'Expo, e Very Bello!

Milano Expo 2015
Mancano ormai pochissimo all'apertura di Expo 2015 a Milano, un evento che attrae interesse internazionale, una importante occasione di visibilità e di business non solo per Milano, ma per tutto il nostro paese. Come da tradizione, non potevano mancare scandali e disorganizzazione tipicamente italici a caratterizzare i cantieri dell'Expo, e non poteva mancare la tradizionale superficialità nella gestione del marketing dell'evento, in particolare nel marketing online e nel web in generale. A tenere banco la questione "Very Bello!" ovvero il sito internet istituzionale che dovrebbe essere il motore digitale del turismo culturale in Italia nel periodo dell'Expo. Dalla sua (prematura) presentazione da parte del governo italiano il sito è migliorato molto, grazie anche alle feroci critiche arrivate dal web. Non è ancora perfetto (nessun sito al mondo è perfetto...), e si può fare ancora molto in queste settimane che ci separano dall'apertura di Expo, ma una cosa non può più essere cambiata, il nome del sito, ovvero il famigerato "Very bello!". Anche sul nome del sito è nata una polemica aspra, in buona parte condivisibile, certamente si poteva trovare di meglio (ma si poteva fare anche di molto peggio).  Chi si occupa di marketing e di strategia commerciale sa che educare il mercato alla qualità è un processo lungo e dispendioso, mentre noi italiani siamo abituati a volere tutto e subito. Non sono contro i luoghi comuni a prescindere (perlomeno nel marketing), se usato bene un luogo comune può essere molto efficace e con i luoghi comuni si può fare marketing di qualità (vedi ad esempio lo spot fiat 500L per gli USA). Lo stereotipo dell'italiano (la pizza, gli spaghetti, il mandolino, la mamma, il nostro gesticolare ecc.) può e deve essere uno strumento di riconoscibilità e di marketing, ma va usato con progettualità. "Very Bello!" non è un nome brutto o banale in se, "Very Bello!" è un nome sbagliato perchè intorno a lui non c'è nulla a supporto, non c'è racconto, non c'è ricerca, non c'è emozione, non c'è progetto, è il frutto di un brainstorming fatto a tavolino, è un nome carino e simpatico e nulla più. Superficialità tutta italiana, come al solito. Quando inizieremo anche a livello istituzionale a puntare sulla ricerca, sulla creatività progettuale, sulla qualità insomma, forse l'Italia avrà più interessanti opzioni di crescita. Nel frattempo speriamo che ai turisti questo "Very Bello!" piaccia, che diventi un tormentone (o top trend che dir si voglia...), così ci penserà la rete a costruirsi da sola la narrazione e il substrato emozionale che gli ideatori di "Very Bello!" non ci hanno dato.
PS: se volete vedere uno storytelling davvero ben fatto sul nostro splendido territorio, date un occhiata a whatitalyis!

Immagine di apertura: home page di VeryBello!


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