Appunti di Workplace Design: #1 Progettare relazioni

progettare
Progettare un luogo di lavoro nel terzo millennio non è semplicemente arredare un ambiente ufficio o allestire uno spazio produttivo. Attuare un progetto di workplace design significa superare il tradizionale approccio all’involucro architettonico, agli oggetti d’arredo e agli elementi accessori di un layout operativo. Significa prima di tutto progettare relazioni. Relazioni tra individui, spazi, idee, gesti, sensazioni.  

Progettare relazioni significa creare un ecosistema virtuoso in cui sono stimolate le connessioni tra persone e delle persone con gli spazi, senza cadere nel tranello di voler incasellare i rapporti tra gli individui che condividono uno ambiente di lavoro. Il significato profondo di questo processo è principalmente culturale. La produttività in ufficio necessita di nuovi paradigmi e di nuove unità di misura, non soltanto quantitative; lo stesso lavoratore deve essere accompagnato ad una scelta professionale che alle possibilità di guadagno e di carriera possa integrare possibilità di arricchimento della cultura e del benessere personale. Per molti anni i benefit aziendali sono stati troppo spesso uno status symbol da esibire piuttosto che una possibilità di migliorare il proprio stile di vita.

Non si può quindi progettare un luogo di lavoro senza prima aver chiaro in mente l’idea di azienda che questo luogo deve rappresentare.
L’impatto della net economy e delle tecnologie digitali sui processi aziendali tradizionali è stato dirompente, introducendo innovazioni culturali che hanno portato alla nascita di organigrammi liquidi e di conseguenza una nuova informalità relazionale, creando inoltre nuove percezioni sociali e fenomeni di connettività estesa che potremmo definire di ubiquità relativa. L’azienda innovativa è quindi l’azienda che più è in sintonia con il lifestyle del knowledge worker contemporaneo, mette a disposizione risorse materiali e immateriali per la crescita dei suoi lavoratori, creando un ambiente propositivo che si autoalimenta qualitativamente e attrae eccellenze.
Una nuova generazione di aziende e progettisti ha affrontato da tempo negli Stati Uniti il problema di creare spazi lavorativi disegnati per accogliere i cosiddetti “knowledge workers” e “millennials”, ovvero i lavoratori del sapere e i nativi digitali, trovando soluzioni solo apparentemente superficiali, ma che ad un esame più attento risultano essere esempi paradigmatici di un modo rivoluzionario di immaginare un luogo di lavoro contemporaneo. Questo approccio, dapprima limitato a realtà particolari come quelle delle società della net economy, si sta progressivamente diffondendo in tutti i settori e ovunque nel mondo. 

In Italia si fatica ad abbattere organigrammi consolidati con strutture decisionali cristallizzate e piramidali, di conseguenza risulta più difficile intervenire in modo veramente innovativo anche nella realizzazione di nuovi spazi ufficio, che sono la rappresentazione tangibile di questo immobilismo. Esempi positivi non mancano anche in Italia, ma si tratta di singole eccellenze, c’è ancora moltissimo lavoro da fare perché questo modo di intendere lo spazio di lavoro diventi più di una semplice eccezione. Eppure tra gli imprenditori più illuminati della storia, tra i pionieri di una nuova concezione in cui la cultura e il benessere sono valori fondanti della politica aziendale, c’è un italianissimo Adriano Olivetti. Un idea di azienda, quella di Olivetti, nata negli anni 50 del secolo scorso ma sorprendentemente attuale. La crisi sistemica che stiamo vivendo, come fu per Olivetti la tabula rasa del dopoguerra, ci offre la possibilità di immaginare nuovi orizzonti, di dare spazio ad un idea di affermazione professionale differente. Cultura, contaminazione, qualità delle relazioni, valorizzazione delle responsabilità, sintonia degli spazi; un idea di futuro che potrà aiutarci a vivere meglio.

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Indice dello speciale workplace design:

#1 Progettare Relazioni
#2 Progettare l'ambiente ufficio
#3 Progettare i processi aziendali
#4 Progettare gli spazi
#5 Progetto esecutivo
#6 Progettare il quotidiano

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