La mia Milano Design Week 2017

Superstudio LG
La mia Milano Design Week si è concentrata quest'anno soltanto nel weekend. Il poco tempo a disposizione e l'atmosfera del fine settimana hanno condizionato non poco le mie scorribande in fiera e in città. Ogni anno, con l'arrivo della Design Week, Milano si ritrova una nuova zona della città con spazi dedicati al design. L'offerta di contenuti più o meno legati al design si fa quindi sempre più liquida di anno in anno e cogliere in questa massa abnorme di novità, informazioni e luoghi qualcosa di interessante e realmente imperdibile diventa sempre più difficile. Il fatto che Milano in quella settimana sia un esplosione di creatività e stimoli di ogni tipo, anche se non sempre di qualità e non sempre legati al tema del design, è a mio parere assolutamente positivo, quello che manca è una regia organizzativa comune efficace, che distribuisca nei vari distretti cittadini contenuti fruibili e selezionabili con maggiore facilità. Manca, insomma, una chiave di lettura condivisa.

Considerato il poco tempo a disposizione ho organizzato il mio weekend dedicando il sabato alla città e al Fuorisalone e la domenica alla fiera. Il sabato in città è stato caratterizzato da una felice conferma e da una prevedibile delusione. Ovvero se hai poco tempo per visitare il Fuorisalone e il poco tempo coincide con il weekend, evita i luoghi più conosciuti e le esposizioni più gettonate, dedica le tue energie agli incontri con amici e colleghi. Ho quindi condiviso felicemente il mio tempo con le persone giuste e ho evitato di perdere tempo alla disperata ricerca di un pertugio per visitare luoghi sempre più spesso inconsistenti. 

Brera e le show-room delle aziende in città sono invase di gente. Lunghe code ovunque ci fosse qualcosa di potenzialmente interessante. Selezionare cosa merita e cosa no, è impossibile. Vago disorientato e seguo amici e colleghi che sapientemente si sono preparati una lista di cose da vedere. Chiacchierando capita di infilarsi nell'appartamento Lago. La tranquilla atmosfera di un tempo è un ricordo lontano. Tanta, troppa gente ovunque. Conclusi un paio di tour in compagnia, guidato da ottimi colleghi, ritorno solo e istintivamente cerco rifugio in qualcosa di meno affollato e più familiare. Per chi come me lavora nel settore arredo ufficio la show-room Herman Miller di Corso Garibaldi è un isola di pace e di ordine. Poca gente, qualità assoluta dei prodotti. Ricarico la mente e le gambe per il tardo pomeriggio e la serata.

Tortona è sempre un punto nevralgico della città durante la Design Week. La nuova passerella di accesso fa rimpiangere il vecchio ponte sulla ferrovia solo per fascino, mentre per efficacia è una benedizione. C'è folla ovunque. Non resta nient'altro da fare che bere una birra in compagnia. Anche per risollevare un po' il morale. L'unica location che sono riuscito a visitare in quel marasma di gente, Superstudio, si è rivelata infatti una grande delusione.

Fuori da Superstudio quello che era un piccolo gruppo di persone si è tramutato in pochi istanti in una folla scalpitante e irrequieta. Più affrettavo il passo per raggiungere l'ingresso e più la massa informe di persone alzava la sua pressione sui cancelli e sugli steward, come se qualcuno avesse fatto girare la notizia di un aperitivo gratis tra le mura di Superstudio. E invece no, semplicemente la folla più si gonfia più scalpita, più cresce e più è irrequieta. Per entrare mi sono dovuto addirittura difendere da un paio di spintoni e gomitate, cose sinceramente mai viste. Tutto questo perché? In realtà non lo so. L'esposizione di Superstudio è ogni anno più deludente e più povera di contenuti. Quello che era stato un contenitore di sperimentazione e ricerca ora è un banale spazio commerciale senza capo ne coda. Bellissima, emozionante e curatissima l'esposizione LG sul tema o-led. Ma una sola esposizione di alto livello non può bastare per un Superstudio che precipita qualitativamente sempre più giù.

Per dimenticare la delusione di Superstudio non c'è niente di meglio di un aperitivo e di una cena sui navigli. Tanta gente anche qui, ma tutto sommato l'atmosfera è viva, si cammina e si respira. Finalmente un po' di gioiosa concentrazione di umanità.

Non mi resta che concludere il weekend in fiera, con particolare attenzione al Salone Ufficio, ovvero Workplace 3.0.



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